Il
Vello d'Oro per i dieci Argonauti della scuola di incisione diretta da Giuseppe
Grosso è, fantasmaticamente, una porzione
di spazio interiore, una atmosfera ricercata a lungo e pazientemente nell'esercizio
della pratica calcografica e, si potrebbe dire, scoperta all'ultimo momento,
quello in cui, trepidando, si sollevano i feltri ed il foglio di carta, dopo
il magico rito del rotolamento dei cilindri del torchio.
La tecnica è, sostanzialmente,
una ma con tanti strumenti, procedimenti e variazioni che non si finisce mai
di sperimentare e, se la si rispetta, è talmente duttile da lasciarsi
plasmare alle infinite esigenze dell'espressività individuale. Tra questi dieci artisti, infatti, c'è chi si mette alla prova con temi che appartengono all'esperienza di vita quotidiana, tra oggetti consueti e spazi privati o urbani, oppure chi richiama dalla propria interiorità visioni affettivamente pregnanti o dense di rinvii simbolici e chi si cimenta con il repertorio recente o antico proposto dalla storia dell'arte, e chi, ancora, recupera istanti di spazi e di paesaggi naturali, che anche se sono fisicamente lontani, risultano tutto al contrario emotivamente presenti e perciò profondamente interiorizzati dall'impulso soggettivo che li fa rivivere. La straordinaria ricchezza della tecnica calcografica consente infine, ma certamente non come ultima istanza, il sottile gioco, implicito nel continuo confronto, del rapportarsi di ciascuno in modo più o meno dichiarato e consapevole con il maestro, per cui pare quasi si possano misurare gli atteggiamenti di programmatica distanza e, al contrario, i coraggiosi e composti "dialoghi" con l'inconfondibile fare calcografico di Giuseppe Grosso; un importante indizio che l'ottima scuola funziona eccellentemente per tutti e dieci: Luciana Allasina, Maurizio Bellan, Mirco Calmistro, Pinuccia Cravero, Bruno Guidetti, Claudio Marra, Mario Saroldi, Francesco Sarti, Nicola Stante, Haydée Turbino. Paolo Nesta |