Incisori a Collegno

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  Il Vello d'Oro per i dieci Argonauti della scuola di incisione diretta da Giuseppe Grosso è, fantasmaticamente, una porzione di spazio interiore, una atmosfera ricercata a lungo e pazientemente nell'esercizio della pratica calcografica e, si potrebbe dire, scoperta all'ultimo momento, quello in cui, trepidando, si sollevano i feltri ed il foglio di carta, dopo il magico rito del rotolamento dei cilindri del torchio.

La tecnica è, sostanzialmente, una ma con tanti strumenti, procedimenti e variazioni che non si finisce mai di sperimentare e, se la si rispetta, è talmente duttile da lasciarsi plasmare alle infinite esigenze dell'espressività individuale.
Ed è esattamente quello che accade anche qui, in questa quarantina di fogli, che lucidamente ed inesorabilmente trattengono tutti i pensieri, gli affetti, le visioni interiori che dieci diverse personalità hanno affidato, momento dopo momento, alla lastra incerata, verniciata, trattata con il bitume, la pece greca, sensibilizzata con segni, tratteggi, punti, ripetute morsure, interventi con la puntasecca...
Così, con un fare di volta in volta misurato o più libero, lento e meditativo o più rapido, aggressivo e, al limite, ansioso, per addensamenti di segni infittiti fino a tentare l'estrema soglia del nero vellutato o per composte velature e campiture tonali, poco per volta sono cresciuti questi pretesti di paesaggio, queste suggestioni atmosferiche, in cui l'immaginario è libero di fluire tra gli oggetti che compongono le nature morte o di intrattenersi con i complessi giochi della memoria.

Tra questi dieci artisti, infatti, c'è chi si mette alla prova con temi che appartengono all'esperienza di vita quotidiana, tra oggetti consueti e spazi privati o urbani, oppure chi richiama dalla propria interiorità visioni affettivamente pregnanti o dense di rinvii simbolici e chi si cimenta con il repertorio recente o antico proposto dalla storia dell'arte, e chi, ancora, recupera istanti di spazi e di paesaggi naturali, che anche se sono fisicamente lontani, risultano tutto al contrario emotivamente presenti e perciò profondamente interiorizzati dall'impulso soggettivo che li fa rivivere. La straordinaria ricchezza della tecnica calcografica consente infine, ma certamente non come ultima istanza, il sottile gioco, implicito nel continuo confronto, del rapportarsi di ciascuno in modo più o meno dichiarato e consapevole con il maestro, per cui pare quasi si possano misurare gli atteggiamenti di programmatica distanza e, al contrario, i coraggiosi e composti "dialoghi" con l'inconfondibile fare calcografico di Giuseppe Grosso; un importante indizio che l'ottima scuola funziona eccellentemente per tutti e dieci: Luciana Allasina, Maurizio Bellan, Mirco Calmistro, Pinuccia Cravero, Bruno Guidetti, Claudio Marra, Mario Saroldi, Francesco Sarti, Nicola Stante, Haydée Turbino.

Paolo Nesta

 

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