Un'ironia che emerge dall'impegno
della Bona, da sculture come "L'ammaestratore di lucertole" e da
"La gabbia", mentre in "La valigia del musicante", ali
d'angelo e ne "L'arco" si avverte un clima di poesia, di misurata
ed elegante "costruzione" dell'opera in una sorta di testimonianza
riguardante la qualità della vita e del rapporto con l'ambiente. Una capacità rappresentativa
che, nelle composizioni più recenti, è caratterizzata da una
serie di "vasi-personaggi" dove la raffinata eleganza delle forme,
il vibrante cromatismo (con la tessitura finissima delle sfumature), l'incedere
della linea che circoscrive l'entità formale in soluzioni estremamente
meditate, si stempera il dettato della Quaranta che raggiunge felice esiti
nell'esecuzione delle figure del pannello sovraporta o di "Vision". Vent'anni di studi e di
frequentazione dei laboratori di ceramica, contraddistinguono la vicenda di
Cinzia Rey che, attualmente, è presidente dell'Associazione "Gli
Argonauti". Vi è nei suoi lavori un progressivo superamento di
una piacevole elaborazione delle opere, per trascrivere nella "terra"
le sensazioni che concorrono a creare le sue "tavole", nelle quali
i segni graffiti e le parvenze figurali, le pagine astratte e i documenti
tratti dall'amore per i reperti archeologici, mettono in evidenza l'interesse
e il "fascino che esercita il mondo antico conosciuto attraverso letture
e viaggi", come ha scritto Vera Quaranta nel catalogo della mostra allestita
nel 1995 alla Sala delle Arti di Collegno. Un percorso, quello della
Rey, che ora appare segnato da una sequenza di "impressioni" e di
emozioni, di colori e di improvvise accensioni della luce. Tre artiste per una rassegna che è testimonianza di un impegno assiduo, vitale, permeato da un senso di poetico riscontro figurale. Angelo Mistrangelo |