LA MATERIA E IL MITO DI ODISSEO
"Siamo finalmente nel mare classico.
Grandi fantasmi omerici si levano da ogni parte".
Gabriele D’Annunzio
La stagione della ceramica si rinnova nel tempo e dal tempo assorbe segnali, atmosfere, colori che si trasformano in forme immerse nello spazio della memoria e del mito. E il "Mito di Odisseo" è un’immagine lungamente evocata, straordinariamente scandita nella storia dell’umanità, limpidamente raccontata dagli artisti della ceramica che hanno realizzato opere finemente decorate. La mostra alla Sala delle Arti della Certosa Reale costituisce un punto di riferimento per cogliere l’essenza della ricerca dei finalisti della V° Edizione del Concorso Nazionale Triennale di Ceramica d’Arte intitolato a Lucio De Maria, che, dopo i "Vasi Officinali", si sono cimentati con il "Mito di Odisseo", che è uno dei temi delle pregevoli rassegne organizzate da "Gli Argonauti". In particolare, l’esposizione costituisce un itinerario all’interno della straordinaria vicenda di Ulisse, in greco Odisseo, re di Itaca e figlio di Laerte e di Anticlea, sposo di Penelope e padre di Telemaco. I lunghi anni della guerra di Troia, dove aveva guidato una flotta di dodici navi, le avventure affrontate durante il complesso e sofferto viaggio di ritorno a casa (dall’incontro con il Ciclope Polifemo all’isola di Calipso), la lotta contro i Proci, sono altrettanti capitoli della sua mitica e affascinante avventura tra aggressioni e naufragi, pericolosi approdi e ospitali incontri. Un’avventura che ha attraversato e riempito le pagine letterarie da Omero all’Inferno di Dante, dove è il simbolo dell’uomo non fatto per "viver come bruto, ma per seguir virtude e conoscenza", all’"Ulisside" di Gabriele D’Annunzio. E in questa poetica narrazione prende corpo e consistenza un viaggio per immagini legato al discorso della cultura visiva, dalla pittura alla scultura, al cinema e alla televisione. ll discorso della ceramica d’arte del nuovo Millennio si apre con Antonella Romano che ha eseguito "Il ritorno-Urna cineraria". All’armoniosa definizione della forma si unisce l’elegante movimento della materia che mette in evidenza nello spazio atmosferico il ritmico incedere delle onde. E la svettante vela nel vento simbolicamente sospinge la nave di Ulisse. Felice De Falco espone la maiolica "Ulisse nello spazio" che raffigura un moderno condottiero proiettato verso lontane galassie, il cui volto emerge dal casco utilizzato dagli astronauti. Le sirene, l’occhio di Polifemo, il mare, sono alcuni degli elementi di una singolare interpretazione. Accanto, la maiolica "Simbiosi" conferma il valore della sua esperienza. Osservando la composizione "Odisseo", con in primo piano il viso dell’eroe e figure incise sulle superfici, si coglie il clima e l’impegno di Umberto Carraro. Una visione che si ravvisa anche nei lavori in argilla di Castellamonte come "L’illuminato" e "La sorpresa", che concorrono a delineare gli aspetti di un dettato caratterizzato da "La dea Thai Fun", resa con la tecnica Raku. Vera Quaranta affida a un controllato plasticismo la qualità di una figurazione estremamente misurata, in cui si avverte il senso di un lirico sviluppo della forma immersa in un’atmosfera rarefatta, metafisica. La materia di "Nausicaa" assume una propria identità mediante il sapiente "tocco" dell’artista e, in sintesi, diviene documento e memoria del cammino di Ulisse. Le Sacerdotesse di Elios sono l’emblema di una visione che ben definisce l’entità figurale di Susanna Locatelli, dell’incontro con le "Muse" e la "Penepole" di Ulisse, di una vicenda che appartiene alla letteratura e alla cultura di ogni tempo. E da "Cariddi" a "Selene" si snoda una creatività con le delicate cadenze di una nitida e cromatica rappresentazione.
La mostra racconta, quindi, i momenti di una ricerca segnata dall’impiego della ceramica nell’evoluzione del linguaggio artistico contemporaneo, mentre si possono vedere le opere di quattro allievi dei laboratori di Arti Visive de "Gli Argonauti", che trasmettono la loro "lettura" e reinterpretazione del tema "Odisseo: Il viaggio e gli incontri". E così si nota l’acquatinta "Incontri onirici" di Elio Mazzarri, l’evocativo "Infin che il mar fu sopra noi richiuso" di Paola Montresor, l’acquaforte "Amore aspettami...amore dove sei?" di Laura Tomassone e l’acrilico "Itaca ritrovata" di Antonio Novello.
Angelo Mistrangelo
Il Mito di Odisseo