Il Mito, in questo gioco delle parti tra artisti, è
ben celato, proprio come il Vello d'Oro.
Gli Argonauti sono assenze-presenze, allusioni con i propri simboli allusivi.
L'esposizione ha un proprio misterioso viaggio verso l'archetipo. C'è
da parte di questo gruppo di pittori torinesi - come dire? - una sorta di
rispetto emblematico verso la Leggenda.
Franco Fanelli porge una poetica felice nella trasfigurazione dell'avvenimento,
ancora allo stadio di preludio. D'ottima fattura la rappresentazione che tende
a una dolce espressività, a cui fa da contrappunto un fondo mosso,
vibrante, aperto informale che pare aprirsi, nella sua trasparenza, verso
forme temporalesche, notturne.Max Pellegrini compone storie dove coesistono
situazioni reali e sognate, narrate in chiave metafisica. Il suo è
un realismo magico dove il mito è tutto racchiuso nel/atto narrato.
Fato o fatto? Curioso gioco di parole. Max Pellegrini è, in effetti,
un narratore di decadimenti, dove segno e colore recano ormai messaggi che
vanno oltre la Leggenda.
Corrado Porchietti ha una educazione formale portata alla essenzialità.
E' pittore che ha ereditato dal novecentismo italiano la sobrietà compositiva
e dalla cultura europea una emblematicità Dada, proprio sulla linea
praticata da Francis Picabia. Le sue immagini, per l'appunto, hanno un'assenza
dove il Mito va ben decodificato e letto anche in chiave ludica.
Marco Seveso è un compositore di microsituazioni. Ogni elemento dipinto
vive nella propria simbologia definitiva.
Questi lavori, in verità, vanno letti come censimento di reperti che
non hanno più storia. Questo accade - va ricordato - al nonsenso delle
nature morte. Marco Seveso, in effetti, realizza la realtà, la interroga.
Le risposte giungono dal momento simbolico, costante archetipo del nostro
inconscio collettivo.
Franco Fanelli, Corrado Porchietti, Max Pellegrini, Marco Seveso, affrontano
il tema degli "Argonauti", con poetiche ben differenti, tutti insieme
sublimano il Mito attraverso un racconto pittorico contemporaneo, dove il
colore è frutto di una maestria di artisti che vivono e scoprono in
ogni ricerca il proprio "Vello d'Oro".
Per questo motivo i veri Argonauti sono loro.
Aprile 1995
Paolo Levi