Copertina
Catalogo
Il Mito di Efesto
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2006
Recensione di Angelo Mistrangelo

Mito e ingegno di Efesio
"Di dèi o di bestie, timidi
o diavoli: favole avverse della
mente"

Salvatore Quasimodo

II fascino della mitologia, l'incanto di luci e dei e leggende, il senso di una "scrittura" che si è tramandata nel tempo e nello spazio e nel sogno, scandiscono il clima di questo nuovo e significativo appuntamento con l'Associazione Gli Argonauti, presieduta da Cinzia Rey, e con gli artisti che in questa occasione hanno interpretato la figura e il mito di Efesto, dio del fuoco.Un incontro che s'inserisce in un programma ventennale, in un ambito di studi ed elaborazioni tecnico-espressive, in una
rilettura dei classici, messa in piena evidenza dal bei volume "Gli Argonauti: 20 anni di viaggio 1985-2005", realizzato nel 2005, su progetto grafico di Vera Quaranta e ricerche d'archivio di Elio Mazzarri. Fotografie, riproduzioni di opere e copertine di cataloghi, laboratori di pittura, incisione e ceramica, viaggi culturali, rappresentano l'essenza di un impegno che, di volta in
volta, ha trovato riscontri e riferimenti con le suggestive esperienze di quanti hanno lavorato per rinnovare temi e magie che appartengono alla Mitologia.
Figlio di Zeus e di Era, come sostenuto da Omero (ma diverse sono le leggende e le interpretazioni sulla sua nascita e la figura deforme) Efesto che fu il fabbro degli dei, non venne accettato dalla madre per sua bruttezza. Era lo scagliò giù dall'Olimpo: Efesto cadde nell'Oceano, dove fu raccolto dalle ninfe del mare Teti e Eurinome, che lo nascosero in una caverna. Per nove anni restò con loro, forgiando fermagli, orecchini, fibie e catenine. Zoppo, simile a un nano, artigiano abile e ingegnoso, realizzò il tridente di Poseidone, il carro del sole, spade ed elmi, ma stanco di essere deriso lasciò per sempre l'Olimpo e si rifugiò nelle viscere del monte Etna forgiando, aiutato dai Ciclopi, qualsiasi oggetto. A questo personaggio si sono ispirati Alba Albano, Gloria Fava, Gabriella Malfatti, Elio Torrieri, per raccontare, reinterpretare, rivisitare la leggenda, ma contemporanea-mente per attualizzarla e inserirla nel contesto della società d'oggi, con le cadute e le angosce quotidiane, con le speranze e le attese per un mondo diverso, con il riscatto dalle inquietudini e i condizionamenti.
Figlia di Mario e sorella di Sergio, entrambi pittori, Alba Albano sviluppa da sempre un'esperienza dall'intensa definizione dell'immagine, resa con una materia pastosa, ricca di colore, permeata da un'inferiore visione della realtà, delle nature morte, delle figure. Ed è proprio la figura di Efesto che emerge dai suoi quadri, da una ricerca estremamente calibrata, da un'energia che esprime la misura ed il valore del meditato tessuto narrativo.
E la narrazione prosegue attraverso la ricostruzione di Gabriella Malfatti che delinea con il suo tipico e rapido segno grafico la caverna con il fuoco, l'incudine, i Ciclopi, gli scudi decorati, le saette. La grande forgia nelle viscere dell'Etna rivive attraverso i simboli contenuti nella storia, ritrova vigore e incisività, mentre il colore definisce l'insieme di un'entità figurale che - suggerisce Gian Giorgio Massara - emerge dai suoi sapienti fogli.
Il fuoco diviene l'artefice della visione di Gloria Fava, docente al Liceo Artistico Statale Cottini di Torino. Lo spazio si popola, quindi, di linee che fissano una sensazione, un brano dell'antica leggenda di Efesto, un alternarsi di pieni e vuoti significanti, come nelle opere di "le porte del fuoco". Ogni dipinto della Fava appare quale momento dei sentimenti, delle emozioni e della possibilità di comporre il rapporto fra il fuoco, il mito e il sogno.
Il discorso di Elio Torrieri è decisamente connotato da una stagione legata al fuoco, che ora stabilisce un ulteriore punto di incontro con il racconto mitologico. La magia della fiamma, trasforma l'atmosfera circostante, riconduce alla caverna e al laboratorio di fabbro degli Dei, ricrea un luogo altro dove l'uomo riscopre la propria dimensione ed il pulsante incedere delle lingue di fuoco aggrediscono l'atmosfera, si ramificano come un pensiero o un presagio.

Angelo Mistrangelo