Mito e ingegno di Efesio
"Di dèi o di bestie, timidi
o diavoli: favole avverse della
mente"
Salvatore Quasimodo
II fascino della mitologia, l'incanto di luci e dei e leggende, il senso di
una "scrittura" che si è tramandata nel tempo e nello spazio
e nel sogno, scandiscono il clima di questo nuovo e significativo appuntamento
con l'Associazione Gli Argonauti, presieduta da Cinzia Rey, e con gli artisti
che in questa occasione hanno interpretato la figura e il mito di Efesto,
dio del fuoco.Un incontro che s'inserisce in un programma
ventennale, in un ambito di studi ed elaborazioni tecnico-espressive, in una
rilettura dei classici, messa in piena evidenza dal bei volume "Gli Argonauti:
20 anni di viaggio 1985-2005", realizzato nel 2005, su progetto grafico
di Vera Quaranta e ricerche d'archivio di Elio Mazzarri. Fotografie, riproduzioni
di opere e copertine di cataloghi, laboratori di pittura, incisione e ceramica,
viaggi culturali, rappresentano l'essenza di un impegno che, di volta in
volta, ha trovato riscontri e riferimenti con le suggestive esperienze di
quanti hanno lavorato per rinnovare temi e magie che appartengono alla Mitologia.
Figlio di Zeus e di Era, come sostenuto da Omero (ma diverse sono le leggende
e le interpretazioni sulla sua nascita e la figura deforme) Efesto che fu
il fabbro degli dei, non venne accettato dalla madre per sua bruttezza. Era
lo scagliò giù dall'Olimpo: Efesto cadde nell'Oceano, dove fu
raccolto dalle ninfe del mare Teti e Eurinome, che lo nascosero in una caverna.
Per nove anni restò con loro, forgiando fermagli, orecchini, fibie
e catenine. Zoppo, simile a un nano, artigiano abile e ingegnoso, realizzò
il tridente di Poseidone, il carro del sole, spade ed elmi, ma stanco di essere
deriso lasciò per sempre l'Olimpo e si rifugiò nelle viscere
del monte Etna forgiando, aiutato dai Ciclopi, qualsiasi oggetto. A questo
personaggio si sono ispirati Alba Albano, Gloria Fava, Gabriella
Malfatti, Elio Torrieri, per raccontare, reinterpretare, rivisitare
la leggenda, ma contemporanea-mente per attualizzarla e inserirla nel contesto
della società d'oggi, con le cadute e le angosce quotidiane, con le
speranze e le attese per un mondo diverso, con il riscatto dalle inquietudini
e i condizionamenti.
Figlia di Mario e sorella di Sergio, entrambi pittori, Alba Albano
sviluppa da sempre un'esperienza dall'intensa definizione dell'immagine, resa
con una materia pastosa, ricca di colore, permeata da un'inferiore visione
della realtà, delle nature morte, delle figure. Ed è proprio
la figura di Efesto che emerge dai suoi quadri, da una ricerca estremamente
calibrata, da un'energia che esprime la misura ed il valore del meditato tessuto
narrativo.
E la narrazione prosegue attraverso la ricostruzione di Gabriella Malfatti
che delinea con il suo tipico e rapido segno grafico la caverna con il fuoco,
l'incudine, i Ciclopi, gli scudi decorati, le saette. La grande forgia nelle
viscere dell'Etna rivive attraverso i simboli contenuti nella storia, ritrova
vigore e incisività, mentre il colore definisce l'insieme di un'entità
figurale che - suggerisce Gian Giorgio Massara - emerge dai suoi sapienti
fogli.
Il fuoco diviene l'artefice della visione di Gloria Fava, docente al
Liceo Artistico Statale Cottini di Torino. Lo spazio si popola, quindi, di
linee che fissano una sensazione, un brano dell'antica leggenda di Efesto,
un alternarsi di pieni e vuoti significanti, come nelle opere di "le
porte del fuoco". Ogni dipinto della Fava appare quale momento dei sentimenti,
delle emozioni e della possibilità di comporre il rapporto fra il fuoco,
il mito e il sogno.
Il discorso di Elio Torrieri è decisamente connotato da una
stagione legata al fuoco, che ora stabilisce un ulteriore punto di incontro
con il racconto mitologico. La magia della fiamma, trasforma l'atmosfera circostante,
riconduce alla caverna e al laboratorio di fabbro degli Dei, ricrea un luogo
altro dove l'uomo riscopre la propria dimensione ed il pulsante incedere delle
lingue di fuoco aggrediscono l'atmosfera, si ramificano come un pensiero o
un presagio.
Angelo Mistrangelo