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Per Francesca Barzan,
architetto, la scelta dei soggetti e della tecnica utilizzata a metà
strada tra iperrealismo ed immagine informale grazie all'ausilio del
collage, è tutta giocata sul recupero di immagini legate al mondo
animale e all'iconografia propinataci dai mass-media, dichiaratamente
polemica nei confronti di mezzi di comunicazione altamente tecnologici
e altrettanto spersonalizzanti. Il fare con le proprie numi è
per Francesca la prima tappa con cui ogni vero artista si confronta:
l'utilizzo della tecnica della matita colorata, una delle più
semplici, diventa una finestra interpretativa delle
estreme potenzialità comunicative dell'immagine utilizzata sino
alle sue estreme conseguenze. In effetti la soluzione che l'artista
ci offre sembra una soluzione fotografica o addirittura una stampa tanta
è la perfezione con cui i particolari reali vengono riportati
nel tassello che campeggia a fianco del cartone colorato del fondo sui
cui liberamente galleggiano pezzi di immagini ritagliate da giornali
di moda o rotocalchi. Un recupero vero e proprio, una reinterpretazione
fantastica dell'immagine stereotipa.
Quello che Francesca ricerca è un sottile equilibrio tra fantasia
e realtà, tra impennate liberatorie e stereotipi quotidiani,
in una parola libertà del pensiero e del lavoro sottratti all'azione
omologatrice della routine. L'artista ci propone viaggi liberatori attraverso
'topografie fantastiche'.
Manuela Cusino
ottobre
2000
dalla mostra: "BARZAN / BONELLO / CAPRA / TURBINO"
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